di Marinella Sanvito.
Domenica 26 settembre 2021 in occasione della GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO si è tenuta la presentazione del libro di Sara Manisera, Racconti di schiavitù e lotta nelle campagne (Palermo, Aut Aut Edizioni, 2019), un progetto curato da Associazione SAMIA, Scuola Binari, Casa delle Donne di Milano.
Sul palco, a raccontare della condizione dei migranti e delle migranti, c’era anche Francesco Piobbichi, operatore di Mediterranean Hope, che ha illustrato e continua ad illustrare la condizione migrante attraverso il disegno (si vedano anche Francesco Piobbichi – Disegni dalla Frontiera, https://www.facebook.com/Piobbichi/community/ e @Piobbichi).
Recupero della memoria, necessità della narrazione attraverso la parola scritta e il disegno, lotta per i diritti di tutte e tutti sono le parole chiave attorno alle quali si è sviluppato l’interessante confronto.
L’autrice ha narrato storie di braccianti impiegati nelle campagne italiane incontrati durante un viaggio iniziato in Puglia, continuato in Piemonte, in Calabria e concluso in Sicilia. Storie di una realtà che la stampa e i media ignorano e storie che si ricollegano alle emigrazioni dei contadini italiani, lavoratori che hanno lottato col sangue per i diritti alla terra, al cibo, guidati da sindacalisti come Di Vittorio e Placido Rizzotto in Sicilia. Quelle lotte di resistenza e di sacrifici proseguono. Ora ne sono protagonisti i “nuovi schiavi” di migrazione forzata, i braccianti lavoratori stagionali. Ricordiamo tutti lo sciopero di Nardò del 2010 dei braccianti africani dopo le rivolte di Rosarno.
Francesco Piobbichi, come un antico cantastorie siciliano, ha narrato i migranti mostrandoci le tavole dei suoi disegni che ben rappresentano le condizioni di vita di questi lavoratori che tanto hanno in comune con i braccianti italiani che nelle stesse campagne venivano sfruttati e lottavano per i propri diritti negli anni ’50.
Sara Manisera e Francesco ci hanno parlato anche dei loro incontri e del loro lavoro con le associazioni di “volontari resistenti” che lottano contro il mortifero sistema di sfruttamento dei lavoratori, della natura e dell’ambiente e mettono in piedi concrete reali realtà di filiere agroalimentari che tutelano l’ambiente e la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici.
Realtà virtuose, certo, ma il vero e basilare lavoro da fare resta quello più prettamente politico per la conquista dei diritti, primo tra tutti quello alla cittadinanza, sottolineano entrambi i nostri ospiti: è questo l’impegno collettivo con il quale l’incontro si è concluso.