di Valeria Russo
Il 7 settembre, in occasione della decima edizione de Il Tempo delle donne dedicato per questo 2023 all’annoso tema della libertà, la Casa delle Donne di Milano ha generosamente aperto le porte all’incontro “Libere da-libere di” introdotto da Filomena Rosiello, psicoterapeuta e socia della casa nonché ex copresidente, Barbara Biscotti, docente di diritto romano all’Università Bicocca, Valeria Russo, autrice di un inserto del Corriere della Sera che ricostruisce la storia del pensiero e delle lotte femministe, e Daniela Airoldi Bianchi del Teatro Officina.
Ci siamo trovate qui, davanti a una platea più numerosa di quello che ci aspettavamo e per questo felici, a parlare proprio della genesi di quell’inserto (Non una di meno, il titolo), parte di una collana di venticinque volumi dedicata a La Storia delle donne, a dialogare su quanto hanno contato le battaglie iniziate, pensate!, nel 1600 e a interrogarci, insieme a tutte le persone presenti, su cosa possiamo e dobbiamo fare noi donne, oggi.
Il femminismo è da sempre un fenomeno che si propone a ondate. A momenti di grande partecipazione sono di solito seguiti lunghi silenzi e inspiegabili ritirate.
Oggi le cronache, pressoché quotidiane, ci spingono a ripartire, a tornare nelle piazze e a portare nuove istanze. La regressione verso un patriarcato grezzo, brutale e violento è sotto gli occhi di tutte e di tutti. Femminicidi, stupri, disparità sul lavoro e di genere… tutto si sta riavvolgendo in un nastro che, purtroppo, coinvolge sempre di più anche le nuove generazioni.
È stato fantastico veder arrivare, sedersi e stare fino all’ultimo tante giovani donne. Abbiamo portato la video-testimonianza di una ragazza di sedici anni della Guinea, da quattro anni impegnata nella lotta contro i matrimoni precoci che la legge del suo Paese vieta, ma che cultura e tradizione considerano ancora necessari.
C’è tanto da fare, ogni giorno e ovunque. Crediamo e chiediamo a gran voce di unirci di nuovo, di ricominciare a fare rete e collegarci. Stare chiuse ognuna in casa propria, ognuna davanti al proprio computer o telefonino non è la strada.
E adesso sono anche molti gli uomini pronti a sostenerci, a scendere con noi nelle strade e urlare insieme a noi per stroncare questa deriva di sopraffazione che suona davvero anacronistica e distrugge un lavoro durato secoli.
Perché, lo dice bene la scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie, e lo ha detto anche un uomo in sala, “Siamo tutti femministi”.
L’augurio, dunque, è di continuare a incontrarci, anche nei meravigliosi spazi della Casa delle Donne di Milano (perché no?) e di riprendere ad organizzarci e agire con forza, entusiasmo e tenacia.
Lo dobbiamo, prima di tutto, a noi stesse.
Ps l’inserto è disponibile per chi volesse leggerlo alla biblioteca della Casa delle Donne di Milano.