Questa poesia di Rosa Elisa Giangoia – scrittrice, saggista, poetessa – è tratta da Margaritae Animae Ascensio, un atto unico teatrale, scritto in versi. La protagonista è Margherita di Brabante (1276-1311) giovane sposa di Enrico VII di Lussemburgo, ultimo imperatore disceso in Italia per cercare di restaurare la supremazia imperiale.
Morì di peste a Genova e in questa città il marito volle erigerle un monumento funebre che fu realizzato dallo scultore Giovanni Pisano. Ne sono rimasti intensi frammenti tra cui la figura della regina, quasi sospesa tra due angeli.
Margherita di Brabante
Ma io preferivo i misteri della notte
scrutando le stelle nel buio
per decifrare il mio futuro di donna.
Era grande e ben difeso il mio castello,
doppio per lo specchiarsi nell’acqua
nei pochi giorni lunghi di luce.
A me piaceva il giardino
dove la fontana gorgogliante
mi teneva compagnia,
ben difeso dall’alto muro
perché l’invadenza della foresta
non minacciasse le rose
rampicanti sui graticci di legno,
che coglievo per adornare l’altare.
Ma amavo di più le digitali purpuree,
selvagge e altissime nelle selve
che nelle notti di luna piena
sembravano raggiungere il cielo.
E al mattino con mano ansiosa
allontanavo dagli occhi i sogni della notte,
mentre il vento si portava via i miei segreti
ed io regalavo i miei desideri al nuovo giorno.
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