La sfida di un Carnevale diverso, attivo e da condividere con donne di altre culture è stata posta da Franca due settimane fa. Come fare circolare la comunicazione? Attraverso un laboratorio pratico, ci siamo dette, a partire da materiali semplici e disparati: un sacchetto di carta bianca, base fragile da decorare con stoffe, lana, passamaneria, pennarelli… per costruire una maschera da donare ad un’altra.
Sabato arrivano alla spicciolata, donne conosciute e nuove da loro invitate: boliviane, nigeriane, eritree, messicane, statunitensi, italiane, romene e in cerchio ascoltano la proposta di un gioco creativo e di reciprocità che si rivela un ponte dove transitano tradizioni diverse.
Il lungo tavolo allestito con i materiali è stato subito circondato da visi attenti, risa, commenti, scambi, decisioni, ricerca di materiali per realizzare una maschera immaginifica il cui risultato è stato bellissimo e sorprendente.
E soprattutto ha unito donne diverse nella gioia di realizzare insieme un oggetto unico. La mia compagna che voleva una maschera felina mi ha, con la sua dolcezza, ispirato il disegno di un gatto con una lunga coda di morbida pelliccia. La fantasia non si è lasciata imbrigliare e alla fine – stupore e soddisfazione – ci hanno portato a decidere di riunire i prodotti e fotografarli.
Nel cerchio ricomposto Carmen chiede a Nancy da cosa è stata ispirata. ”Da un personaggio che a La Paz si chiama Pepino: è una maschera dal vestito multicolore che ha in mano un bastone di gomma lungo e robusto con il quale per scherzo ci si picchia. A Carnevale tutti ballano per le strade danze tradizionali a lungo ed è un festa coinvolgente”.
Per Blossom, ragazza della Nigeria, realizzare maschere e usarle per una festa non è una cosa nuova. Ci parla degli Igbo, popolazioni del sud-est della Nigeria tra cui è diffusa la credenza negli spiriti che vengono sulla terra per divertire la gente e per castigare chi ha un cattivo comportamento.
E Gianna: ”il Carnevale non mi è mai piaciuto ma questa volta mi sono veramente divertita”.
E poi è il momento del tè con i dolci preparati dalle socie, sempre oggetto di entusiastiche lodi, delle chiacchere con le amiche e l’occasione per fare nuove conoscenze.
C’è bisogno di tutto per fare il mondo e credo che questo Carnevale insieme porta questa coscienza alla sua intensità massima.