di Grazia Longoni.
È sempre stimolante leggere, rileggere e parlare di Simone De Beauvoir. Una nuova occasione l’abbiamo giovedì 3 marzo 2022 alle 18, quando, insieme a Silvia Neonato (redattrice di Leggendaria, direttrice di Letterate Magazine) e a Giorgia Serughetti (saggista, ricercatrice in Filosofia Politica all’Università Milano-Bicocca) parleremo di lei partendo da un libro recente che raccoglie suoi scritti inediti dal 1927 al 1983. Il titolo, “La femminilità, una trappola” riprende un articolo del 1947. Ma ci sono molti altri spunti interessanti, tutti caratterizzati dal suo tono diretto, asciutto.
Come la lettera che scrisse nel 1934 alla direttrice del liceo dove insegnava, per difendersi dall’accusa di aver detto “Per una donna esistono cose più interessanti che occuparsi dei figli”. O nel ritratto che fa di Jean Paul Sartre, compagno di pensiero e di vita: “Non ama il latte appena munto, le verdure crude o i crostacei, ma solo i cibi lavorati, e ai prodotti naturali preferisce sempre la frutta o il pesce in scatola. Più che l’aria pura dei monti o del mare aperto, apprezza un’atmosfera satura di fumo di tabacco e del respiro degli umani”.
E ancora, intervistata sulla sua opera letteraria: “Credo che mi si leggerà per un po’, o comunque è quanto mi dicono molti miei lettori. E, a giudicare dalle lettere che ricevo, ho dato qualche contributo al dibattito sulla questione femminile. Quanto alla qualità letteraria della mia opera, non sta a me giudicarla”.
Ma è sulla questione del femminismo che più si accalora Simone. Scrive, ed era settant’anni fa: “Tanto in Francia quanto in America, gli uomini pensano che ormai le donne siano uguali a loro, e che si dovrebbe parlare d’altro”, invece c’è motivo di “tornarci sopra”. Il motivo? “Le donne si muovono con difficoltà e goffaggine in un mondo di uomini perché in quel mondo sono ammesse solo come ospiti. Non vi si sentono a casa, è un universo che non è stato creato da loro e che non hanno ancora conquistato. (…)
Frivole o serie, le donne sono sempre ligie. In altre parole, accettano il mondo: il loro sforzo consiste solo nel cercare un posto in questa Terra. Le donne temono che perdendo questo senso di inferiorità possano perdere anche ciò che le valorizza agli occhi degli uomini: la femminilità”.
Eccola, la trappola: “La contraddizione che affligge molte donne oggi è che o rinunciano in parte a realizzare la propria personalità, o rinunciano in parte al potere di seduzione degli uomini”. Ed entra in gioco l’amore: “Se le donne, man mano che la loro condizione migliora, perdessero il proprio potere seduttivo agli occhi degli uomini, il futuro dell’amore potrebbe essere compromesso”.
Invece il desiderio non scomparirà: “Uomini e donne hanno sessualità e corpi diversi, (…) il bisogno fisico che si prova per l’altro conserverà la sua magia”. Ma solo “attraverso la libertà e l’uguaglianza sarà possibile resuscitare la coppia”.
Nella postfazione, la scrittrice Annie Ernaux racconta “il filo doppio” che la lega a Simone. “Quando penso all’effetto che ha avuto Il secondo sesso su di me, mi balena davanti agli occhi l’immagine mitica di Eva che mangia il frutto dell’albero della conoscenza: la chiarezza accecante di un disincanto del mondo, la luce liberatoria del sapere” che “apriva la strada alla possibilità di prendere in mano la mia vita”.
È un’esperienza condivisa nei decenni da moltissime donne in tutto il mondo. Ed è questo che rende Simone De Beauvoir una grande madre del femminismo di noi tutte.
Incontro in presenza fino a un massimo di 50 persone con mascherina FFp2 e Green Pass.
Per prenotarsi: https://www.casadonnemilano.it/prenotazione/#Simone
Diretta streaming dalla pagina Facebook della Casa delle Donne di Milano.
Aperitivo rinforzato per le socie.
Per info: comunicazione@casadonnemilano.it, ufficiostampa@casadonnemilano.it.