di Angela Giannitrapani.

Il lago vicino al luogo dove Di Pietrantonio esercitò l'odontoiatria

Il Lago di Penne, dove vive Donatella Di Pietrantonio

Giovedì 5 Maggio 2022 alle 17:30 per il progetto “Nei libri c’è la vita”, in collaborazione con Enciclopedia delle Donne, Cineteca di Milano e con il contributo di Fondazione Cariplo, parleremo con la scrittrice Donatella Di Pietrantonio, a partire dai suoi ultimi due libri L’Arminuta e Borgo Sud (Torino, Einaudi, 2017 e 2020) dove vengono esplorate le giovani vite di due sorelle. Durante l’incontro, che si svolgerà in presenza e in streaming, Donatella Di Pietrantonio si collegherà con noi da Penne, in provincia di Pescara, dove vive.

Madri biologiche, madri adottive, madri involontarie, madri impreviste, madri obbligate. E per simmetria figlie e figli di quelle madri. In mezzo abbandoni, ricongiunzioni, improbabili adozioni. Per colmare i vuoti, i traumi e le aspettative tradite ecco le sorelle, creature pari per generazione e per appartenenza, qualche volta gemelle con il simbolico del “doppio” che si portano dietro:

Con Adriana almeno eravamo pari, abbandonate a noi stesse, sole al mondo, sorelle. Litigavamo per la radio accesa mentre studiavo, la finestra che lei voleva aperta e io chiusa, i suoi orari di rientro. Per ognuna di noi restava la certezza dell’altra al fondo del dolore che non ci siamo mai confessate (Borgo sud, p. 51).

Questo il mondo di relazioni che attraversa la produzione letteraria di Donatella Di Pietrantonio, dal suo primo romanzo Mia madre è un fiume, passando per Bella mia e arrivando al noto L’Arminuta, Premio Campiello 2017, e al suo seguito Borgo sud, finalista al Premio Strega.

A questi precedono racconti e fiabe e, su tutti, l’Abruzzo nei suoi vari aspetti: quello rurale con le sue tradizioni e i suoi codici, quello marinaro con la mobilità che la vita di mare induce, quello di città con una borghesia che sfoggia la sua cultura e le sue professioni.

A raccontare tutto questo molte donne e giovani, bambini e bambine o adolescenti in crescita. Non manca nemmeno un commovente sguardo a L’Aquila e al suo dramma di mura e persone.

Le due sorelle protagoniste del film "L'Arminuta"

La protagonista del film “L’Arminuta” con la sorella

Lo stile è asciutto, per aver lavorato di sottrazione e cesello e avere seguito il filo della storia per quadri scenici, i dialoghi essenziali rivelano dei personaggi più di quanto la voce narrante potrebbe fare e, di brevi battute in battute, misurano il ritmo della narrazione.

I personaggi non protagonisti sono pennellati con intensità e con una profondità che raramente è concessa a figure cosiddette secondarie.

Le viene sempre chiesto come mai è diventata scrittrice, ma la domanda giusta è come mai è diventata odontoiatra, infatti scrive e compone dalla più tenera età. È stata avviata alla lettura e alla riflessione sulla scrittura dalle ore di solitudine affrontate negli anni Sessanta in piccoli paesi in un contesto contadino. Anni di perseveranza in tutto segreto ne hanno affinato lo stile e solo in età matura si è concessa di rendere pubblici i suoi scritti.

Le dobbiamo la nostra gratitudine per darci l’opportunità di entrare in contatto con il mondo emotivo e sociale che ci offre, obbligandoci a fare i conti con i nostri personali rapporti, godendo di una scrittura e di storie che scuotono e incantano.

 

Incontro in presenza fino a un massimo di 60 persone con mascherina FFp2 e Green Pass.
Diretta streaming dalla pagina Facebook della Casa delle Donne di Milano:
https://www.facebook.com/CasaDelleDonnediMilano/ 

Info: librarsi@casadonnemilano.it e bibliomediateca@casadonnemilano.it