di Angela Giannitrapani e Giovanna Majno.

Alla Casa delle Donne di Milano, mercoledì 5 giugno 2024, ore 18:00, avrà luogo un dibattito sul testo di Vittoria Longoni, “Come si nasce. Miti e storie” (Ledizioni, 2024).

Con l’autrice discuteranno la grecista Anna Beltrametti (Università di Pavia), Carlotta Cossutta, copresidente della Casa delle Donne di Milano, Elena Fusar Poli, antropologa, attivista di Non Una Di Meno e il pubblico.

Il libro di Vittoria Longoni propone di ripercorrere i miti e le storie antiche, e i molti modi in cui le famiglie e le nascite sono state vissute nel tempo e nelle culture, per dare un respiro più largo e profondo al dibattito di oggi su questi temi. Venite a immergervi con noi nel caleidoscopio di questi racconti, vi divertirete e forse ne uscirete con menti e cuori più aperti e comprensivi.

La tradizione filosofica maschile ha sottovalutato spesso il tema della nascita, rispetto a quello della morte. Nella cultura greca e nei suoi miti la nascita, tuttavia, era considerata comune a tutti i viventi, vegetali, animali, umani e divini. Gaia, madre universale, emerge dal Caos e genera da sé monti e valli, aria e acqua, fiumi e laghi, e il Cielo con tutti i suoi astri, Urano, che da figlio ne diventa compagno e presto oppressore. Da Gaia – e dal maschile nato da lei – vengono tutte le successive generazioni divine. Il mito greco racconta, a suo modo, l’instaurazione del patriarcato. Ma l’originaria potenza della Dea rimane, magari sotto traccia e subordinata, ma sempre riconoscibile.

Da qui la grande varietà dei racconti delle nascite di dee, dei e personaggi eroici; essa testimonia un universo culturale in cui non ci sono barriere insormontabili a dividere gli umani dalle divinità, dagli animali e dai vegetali. Tutti sono figli di Gaia. Quindi si immaginano le più varie forme di metamorfosi e di accoppiamenti. Il contributo femminile (oggi diremmo genetico) resta sempre indispensabile nei miti di generazione.

Molteplice è anche la varietà delle culture. Sono ad esempio molto interessanti le numerose norme del Codice mesopotamico di Hammurabi che disciplinano in modo minuzioso i rapporti famigliari, ereditari e di “status”, tra cui quelli tra la moglie e le “cameriere serventi” che potevano generare figli con il capofamiglia. Regole di un mondo patriarcale e schiavistico, che però contengono forme di tutela e alcuni vantaggi per le mogli e per le ancelle.

I racconti biblici su Sara e Agar, e su Lia e Rachele con le rispettive ancelle e i figli e coi patriarchi Abramo e Giacobbe testimoniano una pratica simile, però non regolata. Da qui gravi ingiustizie e profonde rivalità.

Un’analisi di rapporti familiari, nascite, adozioni, allattamenti e abbandoni, presenze di levatrici, balie, nutrici e collaborazioni tra più donne, nel mondo greco e poi in quello romano, riserva sorprese interessanti. La società spartana era tollerante in fatto di discendenza biologica dei figli, tranne quando si trattava di uno dei due “re”: allora la sterilità, maschile o femminile, creava problemi e conflitti. Il mondo romano, terribilmente patriarcale nei principi e molto vario nei fatti, prevedeva pratiche controverse e degradanti come la “cessione delle mogli”, ridotte a pedine non consultate negli scambi e nei rapporti tra maschi. Era intensa nel mondo romano la collaborazione (non sempre pacifica) di varie donne nella crescita di figlie/i.

Insomma, un’ampia varietà di relazioni familiari e di modalità di nascite. Ne deriva l’invito a considerare con apertura mentale, senza pregiudizi e stereotipi e con verifiche concrete delle esperienze delle persone coinvolte, che cosa avviene, o potrebbe avvenire, nelle attuali forme non consuete di nascite e di famiglie.

L’incontro sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook della Casa delle Donne di Milano. Al termine, intorno alle 20, un aperitivo “rinforzato”.

Vi aspettiamo!