imgres-1Per i mesi di  ottobre e novembre la Casa ospita ogni quindici giorni e per quattro ore ottanta ragazze e giovani donne, divise in gruppi di dieci, per un corso “Il fattore F”, promosso dall’associazione ACTL con altri partner, tra cui appunto la Casa, finanziato dalla Regione Lombardia e condotto da Elena Corsi e Marina Piazza.

Tutte donne tra i 20 e i 30 anni, altamente scolarizzate (quasi tutte con lauree e master) e in cerca di occupazione, che non trovano.

Perché questo corso? Perché sulle ragazze e le giovani donne – nonostante la brillante carriera scolastica – pesa la difficoltà di accesso al mondo del lavoro, difficoltà condivisa dai maschi in un mercato del lavoro frammentato, in grado quasi sempre di offrire modalità precarie e intermittenti. Ma per le giovani donne la difficoltà è appesantita da tre elementi, su cui è importante fare chiarezza attraverso un percorso di presa di consapevolezza, su cui è imperniato il progetto.

Il primo elemento è  una sorta di retaggio culturale, basato sulla scarsa consapevolezza del proprio valore. “Le donne – scrive Loretta Napoleoni – non hanno ancora una coscienza della rilevanza del proprio ruolo. Questa è una coscienza che si conquista e che è di gruppo: i fenomeni isolati contano poco”.

Quindi è importante fare un lavoro di orientamento basato su azioni di empowerment (io sono, io posso, io voglio, noi vogliamo), andare a fondo della propria soggettività e esaminare la trasparenza o la mancanza di trasparenza rispetto al proprio desiderio e ambizione. E al posto che si vuole dare nella propria vita al rapporto tra lavoro professionale e vita personale, affettiva, familiare. Bisogna ricercare l’autorizzazione ad essere.

Il secondo elemento è la somma di pregiudizi ancora esistenti perché non basta rafforzare l’autostima, bisogna anche riconoscere e contrastare gli stereotipi. Soprattutto nell’ambito del lavoro: una donna per definizione  è considerata meno affidabile, meno propensa al rischio, più invischiata nelle relazioni famigliari e nel lavoro di cura. Quindi è necessario un lavoro di destrutturazione degli stereotipi.

Il terzo elemento che fa parte del percorso di formazione è la conoscenza delle trasformazioni e delle forme che oggi ha assunto il mercato del lavoro. Imparare a destreggiarsi, non autoisolarsi nel lamento, conoscere le leggi che oggi lo regolano. Sapere che sono importanti tre fattori: il fattore rete (tessere relazioni) , il fattore visibilità (farsi vedere oltre che farsi valere), imparare a negoziare sui soldi. Ma anche indignarsi (e rifiutare) se per dieci ore di lavoro ti vengono offerti dieci euro al giorno.

Sull’analisi di questi tre elementi si basa il corso di formazione. Naturalmente la cosa essenziale è sentire le loro voci, far capire che la cosa essenziale è imparare a elaborare la loro esperienza, che nessuno da una cattedra può insegnare tutto. Finora ci sono stati tre incontri e le loro voci si sono fatte sentire….

Marina Piazza

 

per maggiori info:

vai su www.fattoref.it

oppure scarica i seguenti documenti

Comunicato stampa – incontro 01 ottobre con dichiarazioni -ok REGIONE

Pres Progetto Fattore F – KIT

Presentazione Partner – KIT